L’etica, ovvero come riuscire a capirsi

capirsi con etica

Prima di illustrare il concetto di etica desidero porre un quesito. Quante volte vi siete ritrovati in un confronto dove, per incomprensione, si arriva a prendere le distanze. Potrebbe capitare con il nostro capo, con un collega, con un amico o un familiare. A volte queste distanze si acuiscono fino a generare un conflitto. Come facciamo a far valere le nostre ragioni? Come possiamo far realizzare all’altro che siamo nel giusto?

Proviamo a dare evidenza ad un’aspetto cruciale per affrontare questa dinamica.

Introduzione al concetto di etica

L’etica è la disciplina che cerca di studiare e definire in modo oggettivo e razionale regole che consentano di distinguere i comportamenti umani in buoni (o giusti) e cattivi (o sbagliati).

L’ultima parte della definizione è spesso riassunta nella contrapposizione fra ciò che è bene e ciò che è male. Non a caso spesso si è affiancata al concetto di moralità, l’etica come comportamento morale.

Differenza tra etica e morale

Spesso morale ed etica sono impiegati come sinonimi senza percepire la sostanziale differenza.

La morale è l’insieme di norme e valori di un soggetto (o di un gruppo), mentre l’etica, oltre a considerare questo insieme, riflette razionalmente su di esso.

Nella morale non c’è nulla di razionale. Quel che è immorale in un contesto sociale, in una cultura, può essere morale in un’altra. Diversamente l’etica si pone come obiettivo quello di definire comportamenti leciti in maniera oggettiva, razionale, logica.

Per la morale di un soggetto “uccidere è sbagliato” mentre l’etica cerca di spiegare anche il perché.

Molti suppongono di dare un definizione oggettiva dell’etica con la semplice razionalità. Questo atteggiamento è alla base dell’errore assiomatico. Un assioma è una proposizione che viene assunta come vera perché ritenuta evidente.

Ogni teoria deve riconoscere punti fermi da cui si possono trarre tutte le altre proposizioni. In campo etico questi “punti fermi” non possono essere vaghi. Le verità sono tali solo se dimostrate.

È purtroppo abbastanza comune, fra le persone, discutere di questioni etiche senza aver prima verificato di avere una comunanza di assiomi. Così capita di voler smontare la tesi altrui usando i propri assiomi. Siamo molto soddisfatti della nostra grande capacità razionale, quando in realtà stiamo commettendo un grave errore logico.

La posizione altrui può essere “sbagliata” se giochiamo con le nostre regole. Invece abbiamo solo dimostrato la sua scorrettezza nel “nostro” sistema.

Per essere “etico” devo riuscire a dimostrare all’altro la validità di una tesi utilizzando gli altrui assiomi. Se è persona razionale, rivedrà i suoi assiomi e magari si avvicinerà ai miei.

Un esempio di approccio etico

etica - l'esempio del killer
Charles Bronson nel “Il giustiziere della notte

La cinematografia è piena di casi in cui un personaggio agisce violentemente ma quasi giustificato. Molti di voi ricorderanno il noto personaggio Paul Kersey interpretato da Charles Bronson in “Il giustiziere della notte“. Un ingegnere e obiettore di coscienza che, scosso e traumatizzato dall’omicidio della moglie e lo stupro della figlia a seguito di una rapina, si erge a “giustiziere”. L’altrettanto noto “Un giorno di ordinaria follia con Michael Duglas. O anche la storia di “Un borghese piccolo piccolo” diretto da Mario Monicelli ed interpretato da Alberto Sordi. Ci sarà capitato di riflettere o confrontarci per stabilire se fossero nel giusto oppure no.

Proviamo ad analizzare un caso analogo per dare evidenza al concetto di etica.

Supponiamo che voglia convincere un killer che la sua morale è sbagliata. “Se mi pagano io uccido, è il mio lavoro“. Il modo scorretto (errore intersistemico) è quello di cominciare dicendogli “ma uccidere è male…!”. Sto cercando di convincerlo usando le “mie” regole, ovvero la mia morale. Vediamo quale potrebbe essere un modo valido.

“OK, se ti pagano tu uccidi”. “Tu ricevi una busta con un nome e un acconto, vai e uccidi, poi ricevi il saldo sul tuo conto nelle Isole Cayman. Giusto? Vorrei fare un contratto con te, ecco la busta e l’acconto, secondo le tue tariffe”.

Lui apre la busta e scopre che c’è scritto il suo nome. Probabilmente tenterà un “eh, ma così non vale”. Con molta pazienza incominciate a fargli notare che ha dovuto cambiare la regola (aggiungendo per esempio un “tranne me stesso”) e trovate una nuova falla nel suo sistema che ha appena ridefinito ecc..

Si lo so, immagino, non è così semplice riuscire a fornire evidenze razionali che prescindono dalla nostra cultura, dalla nostra morale. In alternativa potreste scegliere di pranzare anziché fare colazione!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *